Barcellona: lungomare e surfisti
Barcelona ha un lungomare invidiabile: ho camminato fino in fondo a Carrer de la Marina, dove la strada finisce proprio di fianco al porto olimpico, su un molo largo che poteva essere un tempo un attracco per traghetti.
Poi ho svoltato a destra e cominciato a seguire il mare: a sinistra la spiaggia, a destra una serie di edifici, quasi tutti contemporanei, ad un certo punto anche un ospedale. La spiaggia è larga, come non mi aspetto che sia una spiaggia davanti alla città: di solito finiscono schiacciate, rosicchiate, ridotte ai minimi termini.
Ho continuato a camminare in un panorama che, dal lato della città, cambia continuamente. Ho camminato fin dentro La Barceloneta, un paese dentro la città, fatto di vie piccole, regolari, molto ravvinicinate: fu costruito per ospitare le persone che, all'inizio del 1700, avevano perso le loro case perché demolite per far spazio alla vicina cittadella.
Più o meno a metà percorso incontro questo gruppo di surfisti tranquilli: se ne stavano lì, come ad aspettare un'onda della quale proprio nessuno—a parte loro—sospettava l'esistenza.