Mamma! Mi avrai sentito nominare siti internet mille volte in mille salse: «vai sul sito tal-dei-tali», «per lavoro faccio siti», «l’ho letto su un sito».
Ma tu lo sai che cos’è un sito internet? Perché, a forza di sentirlo nominare, a un certo punto, anche prima che tu scoprissi internet, ti sarai chiesta che cosa significa «avere un sito internet».
Non è difficile (facciamo un po’ di teoria, prima).
Partiamo da una cosa che conosci bene: un sito internet somiglia a un libro. Come un libro ha dentro cose scritte da una persona (o più persone insieme), ha una copertina, è fatto di pagine. È fatto di parole, ma anche di immagini. Certi siti, più che a veri e propri libri, somigliano a delle riviste, tipo quelle che leggi dalla parrucchiera; altri somigliano molto al giornale che papà comprava ogni mattina andando al lavoro. Lui racconta che, mentre gli passava La Stampa dal finestrino della macchina, il giornalaio diceva sempre: “Eccoli qui, belli freschi”. Ho sempre pensato che si riferisse ai fogli del giornale, altrimenti mica si spiega il plurale. Anche se… chissà… Ma non divaghiamo.
Un sito, però, è anche molto diverso da un libro o un giornale di carta. I giornali e i libri sono in mano a pochi. Viviamo in una società discretamente libera e, per fortuna, non esiste una sola casa editrice o un solo quotidiano. Ma, allo stesso tempo, pubblicare qualsiasi cosa su carta è molto costoso e decisamente complicato. E costa anche un sacco di alberi.
Pubblicare un sito, invece, è così facile che chiunque può farlo. Certo bisogna "studiare" almeno un po’ (pensa l’ironia: per imparare si possono usare altri siti), ma basta davvero poco per cominciare. E nella maggior parte dei casi—figurati!—non costa niente.
E poi c’è un’altra cosa che rende un sito diverso da un libro: l’ordine in cui leggi quel che c'è scritto. Come leggi un romanzo? Dall’inizio alla fine (a meno che tu non sia così curiosa da dare un'occhiata al finale prima di arrivarci). Come sfogli il giornale? Non so tu, ma io comincio alla prima pagina, poi apro e sfoglio il resto, quasi sempre dall'inizio verso la fine. Come leggi una rivista dal parrucchiere? Beh, sì, in questo caso l’approccio cambia un po’, ma mica poi tanto.
Un sito no: un sito ha i link (che si legge com'è scritto e in italiano si traduce collegamento): proprio mentre stai leggendo, incontri delle parole sottolineate, le tocchi (se stai usando il telefono) oppure ci clicchi sopra (se usi un computer con il mouse) e ti si apre un’altra pagina. E così, invece di andare dall'inizio alla fine, capita di cominciare a muoversi—per così dire—di traverso, andando un po' a tentoni, a destra e sinistra, in un flusso continuo di curiosità e ispirazione. E tutto questo andare a destra e a manca, a volte ti fa scoprire cose che non avresti mai immaginato; altre volte, invece, rema contro il tuo vero obiettivo, quello che avevi quando hai cominciato a leggere.
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