Jinbōchō
Siamo stati a Jinbōchō uno degli ultimi giorni del nostro viaggio. Mi ci ha portato Greta, che mi porta, spesso e bene, in posti che io non so.
A Jinbōchō (Tokyo) ci sono parecchie librerie: sono allineate ai lati delle strade, spesso sono tematiche, hanno libri vecchi e nuovi. C'è, persino, una libreria di libri italiani.
Quasi tutte le librerie fuoriescono sulla strada, molte lo fanno con scaffali che si spingono fuori dal perimetro degli edifici. Altre, in effetti, sembrano dei calzini rovesciati: il grosso della libreria è fuori, gli scaffali guardano verso l'esterno.
Io ho una specie di attrazione per questo genere di posti: a Parigi c'è Rue Mouffetard, dove i negozi sono mezzi dentro e mezzi fuori. In questi posti, le regole di coesistenza urbana secondo cui si distribuiscono il dentro e il fuori, quelle regole lì, che diamo per scontate, saltano un po'.
Faceva un caldo torrido mentre giravamo per le strade. Ci siamo rifugiati in un cafè e poi, uscendone, abbiamo continuato a salire per le scale, fino in cima ad un palazzo di fronte: di là sopra, la libreria, questa libreria della foto, e la strada di fronte e quelle intorno, sembravano tutta un'altra cosa.
Sembrava di trovarsi a casa.
- Fotocamera: X-T2
- Obiettivo: XF18-135mmF3.5-5.6R LM OIS WR
- 18mm
- ƒ/10
- 1/60s
L'angolo della posta
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